In pochi anni la televisione è divenuta una fedele compagna degli italiani, divenuta un elemento culturale a partire dalla seconda metà del 20° secolo, vero simbolo della modernità ma anche dal punto di vista negativo, del concetto di teledipendenza. In Italia, come in altre nazioni da molti decenni è stata concepita ed attualizzata l’imposta televisiva, da noi definita Canone Rai, che da sempre è una forma di costrizione vera e propria, ma anche se questa sembra essere qualcosa di “dovuto”, esistono diverse forme di esenzioni. Chi e quando non deve pagare il Canone Rai?
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Allerta canone Rai: ecco quando non devi pagare
A dispetto del nome, non è una forma di pagamento “volontario” bensì obbligatorio, essendo non un Canone ma una tassa in tutto e per tutto, necessaria per coprire parte dei costi del servizio pubblico.
Nel corso degli anni il Canone Rai ha cambiato più volte “faccia”, e l’attuale forma è la medesima adottata dal 2016, introdotta dal governo Renzi: non una forma unica di pagamento bensì dilazionatata e “legata” alla fatturazione dell’energia elettrica.
Questa metodologia seppur poco apprezzata, ha senz’altro garantito delle entrate maggiori in corrispondenza di quella che è sicuramente una delle imposte più evasee in assoluto.
Anche se il costo non è così importante (90 euro annui, dilazionati in 10 rate da 9 euro l’una), solo 1/3 degli italiani paga regolarmente il Canone Rai, sono comunque presenti svariate forme di esenzioni, concepite per i seguenti casi:
- Chi non possiede un televisore presso il domicilio.
- Anziani Over 75 titolari di reddito non superiore a 8.000 euro (non fanno parte del calcolo colf e badanti)
- Militari delle Forze Armate Italiane e Militari di cittadinanza straniera appartenenti alle Forze Nato
- Agenti diplomatici e consolari
- Rivenditori e negozi in cui vengono riparate TV.
E’ possibile effettuare la domanda scaricando il modulo apposito presso questo indirizzo, per tutti i casi di esenzione.