La parola “pesticidi” viene considerata generalmente negativa in quanto nell’immaginario collettivo corrisponde ad una sostanza estranea disposta su prodotti generalmente di natura alimentare, spesso utilizzati con fare repellente e/o protettivo da insetti o micro organismi dannosi. Nel corso degli anni è aumentata la sensibilità e l’ostracismo anche culturale nei confronti dei pesticidi in particolare per prodotti molto diffusi ed irrinunciabili come i pomodori, anche se in generale la quantità di quelli dannosi è molto meno marcata rispetto a non troppi anni fa. Ma cosa fare con il rischio di utilizzare un pomodoro con pesticidi?
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Ma quali sono i pomodori con i pesticidi e cosa fare?
Oggi i controlli sono maggiormente stringenti ma è difficile non corrispondere a tracce di pesticidi che sono meno “aggressivi” ma che possono essere difficili da eliminare al 100 % dai pomodori, una variante vegetale particolarmente appetita dai micro organismi.
Diversi anni fa una ricerca ha evidenziato come in Italia la situazione risulti essere abbastanza positiva anche se alcune marche hanno fatto registrare una presenza troppo importante di pesticidi.
Sono specialmente quelli che provengono da nazioni extra europee, come ad esempio Cina e India (che costituiscono una larga fetta d’importazione di questi ortaggi) che infatti spesso sono le varianti maggiormente “sotto controllo”.
Va ricordato che ciò che rende un prodotto con i pesticidi tossico non è il consumo abituale nella maggior parte dei casi quanto il persistere nel consumo, condizione che non permette ad un organismo di disfarsi delle sostanze tossiche in maniera efficace.
In generale se il pomodoro arriva da coltivazioni di origine biologica, si può stare tranquilli, il problema può manifestarsi se invece la loro provenienza è meno conosciuta anche se esiste un rimedio semplice quanto efficace per eliminare le tracce di pesticidi, attraverso un ammollo in acqua e bicarbonato o alternativamente in acqua e aceto per almeno una decina di minuti.