giovedì, Novembre 21

Come coltivare l’alloro: ecco cosa devi fare

Sono molte le piante diffuse in Italia, soprattutto l’alloro, molto amata in tutto il paese. In stato ottimale l’arbusto può spingersi fino ad altezze elevate, anche maggiori ai 10 metri, ma generalmente lo si rileva in cespugli e siepi per l’azione di limitazione dell’uomo.

Noto già ai tempi di greci e romani per le sue caratteristiche olfattive e culinarie, la pianta è da sempre la rappresentazione della saggezza, la famosa “corona d’alloro” viene per tale motivo data a coloro che hanno saputo scoprire delle caratteristiche intellettive superiori.

Le foglie sono di una nota conformazione ovale e di robustezza spessa, si contraddistinguono per un colore verde scuro e lucido. Difatti è dalle stesse foglie che si ottengonogli utilizzi giornalieri dell’alloro. Oggi vedremo come poter coltivare l’alloro in maniera efficace.

Come coltivare l’alloro: ecco cosa devi fare

Cominciamo dicendo che la coltivazione dell’alloro viene fatta nel periodo autunnale e può accadere sia coltivando i semi, previa l’azione di scarificazione, o anche coltivando un piccolo bocciolo da poco venuto al mondo da un arbusto.

Il terreno perfetto per la sua coltivazione è normalmente quello ben dragato, anche non esageratamente pieno di sostanze nutritive. L’alloro possiede difatti una ottima capacità d’assestamento e può radicarsi anche su terreni normalmente sabbiosi, ulteriormente non richiede fertilizzazioni sfibranti né un contributo sovrabbondante d’acqua.

Per la fertilizzazione dell’alloro, difatti, si impiega un concime liquido, sciolto nell’acqua d’annaffiamento, ogni 15 giorni a iniziare dalla primavera per poi avanzare per tutta l’estate, mentre in autunno ed in inverno le concimazioni non vanno fatte.

Le tanto cercate foglie di alloro possono essere prese per tutto l’anno, ma sono parecchio piene di principi e favori e di essenze fragranti specialmente datante l’inverno e agli inizi della primavera.

Per mantenerlo come rammentano anche gli esperti di cucina e non soltanto, si impiega il criterio di essiccazione, strappare le foglie dal ramo, sciacquarle bene per poi farle stare adasciugare su un canavaccio, poi infine collocarle in un barattolo di vetro.

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