L’Italia viene spesso definita come la patria delle piccole imprese e dei lavoratori dipendenti, condizione che è sicuramente simile al vero, anche se una sempre più netta percentuale di lavoratori non è strutturalmente e legalmente dipendente. Rientrano in questa ampia categoria i liberi professionisti, gli artigiani, ma anch gli avvocati, i pubblicisti freelance e tantissime altre tipologie generalmene visti dalla regolamentazione del lavoro come “indipendente”. La partita IVA in molti di questi casi serve proprio per definire la posizione secondo lo stato dei lavoratori dipendenti, oggi svariate figure indipendenti come gli influencer necessitano della partita IVA, ma quanto costa?
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Quanto costa la Partita IVA? Ecco la risposta del commercialista
Strutturalmente la partita IVA è un codice univoco costituito da 11 cifre, che identificano la posizione specifica di una figura professionale secondo lo stato italiano.
La richiesta dell’aprertura di questo strumento è un procedimento abbastanza complesso e che spesso può essere effettuato con l’ausilio di un commercialista o di una figura sovrapponibile di qualsiasi tipo.
Tecnicamente qualsiasi forma di partita IVA non ha costi di apertura, ma a seconda dei fattori, questi possono emergere.
In Italia esistono tendenzialmente 3 tipologie di partita IVA, ad esempio il regime ordinario, quello forfettario e quello semplificato, tutte generalmente adatte ad adempiere a requisiti ed obblighi professionali specifici in tal senso.
L’apertura di una partita IVA è quindi “gratuita” ma solo se si comprendono le regolamentazioni come l’invio di modelli specifici, cosa che può essere effettuata da un commericalista come detto ma anche da un Caf o Istituto del Lavoro, a seconda della posizione il costo varia da qualche decina di euro fino a diverse centinaia.
In buona sostanza si paga non l’attivazione del regime fiscale ma l’abilità di una figura disposta a farlo senza errori.
In genere le tempistiche sono di poche ore al massimo alcuni giorni lavorativi.