Difficile definire la “data di nascita” dei biscotti, una delle categorie di prodotti maggiormente ambite e differenziate, ma è abbastanza sicuro che quelli “antichi” molto spesso erano privi della connotazione dolce che oggi definisce la categoria quasi sempre, e come ogni forma di aliment, anche i biscotti sono sviluppati da svariate compagnie produttive che devono recare ben evidenti i dati nutrizionali anche la data di scadenza. Ma cosa succede a mangiare biscotti scaduti?
Attenzione a mangiare biscotti scaduti: ecco le conseguenze
La differenziazione tipica di questi prodotti porta a pensare in modo generale, non esistendo una risposta unica: i biscotti sono generalmente realizzati con farina, acqua, quasi sempre zucchero o altrenative, tutte cose che tendono a degradarsi abbastanza in fretta.
I biscotti secchi sono probabilmente quelli che maggiormente “resistono” al tempo, essendo prodotti strutturalmente più semplici, però molto dipende anche dalle metodologie di conservazione.
La maggior parte di questi alimenti infatti va tenuta nelle proprie confezioni, il ambienti secchi ed al riparo dal sole così da scongiurare il “pericolo” di muffe e insetti che sono inevitabilmente attratti dalla composizione dei biscotti.
Fette biscottate e biscotti se mantenuti nella loro confezione ermetica possono essere considerati prodotti non dannosi se consumati fino a 3 mesi dopo la scadenza, la situazione cambia se le confezioni sono state aperte, in questo caso il primo effetto riscontrabile è una perdita di sapore ed un cambio di consistenza, che però fino a 2-3 settimane non provoca nella maggior parte dei casi effetti negativi sull’organismo.
I biscotti, specie quelli farciti vanno comunque considerati non idonei all’alimentazione una volta superata la data di scadenza se la confezione è risulta stata aperta: possono essersi nel frattempo sviluppati funghi o batteri magari invisibili ad occhio nudo ma che possono provocare problemi intestinali come la gastroenterite, ma anche infezioni batteriche, particolarmente debilitanti in modo specifico per chi ha un sistema immunitario non sufficientemente “pronto”.