Con il termine inflazione, in economia, si indica l’aumento del livello medio dei prezzi dei beni e dei servizi in un certo periodo di tempo, che va a generare una diminuzione del potere d’acquisto della moneta. Con l’innalzamento dei prezzi, ogni unità monetaria potrà comprare meno beni e servizi e di conseguenza, l’inflazione diventa anche un’erosione del potere d’acquisto dei consumatori.
In Italia, dopo una fase di discesa che ha caratterizzato il primo trimestre di questo anno, l’inflazione ha subito un’inversione di tendenza. Secondo le stime preliminari che sono state pubblicate dall’ISTAT nella giornata del 2 maggio, nel mese di aprile l’indice nazionale dei prezzi al consumo ha registrato aumenti dello 0,5% e dell’8,3% mentre il mese precedente questo dato si attestava al 7,6%.
La causa principale è da attribuire all’aumento dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (che sono andati da +18,9% a +26,7%), seguito dall’aumento dei servizi ricreativi, culturali e anche per la cura della persona. Per quel che riguarda i generi alimentari, i prezzi dei prodotti sono invece più stabili rispetto ai mesi precedenti, cosa che contribuisce a fermare la crescita dell’inflazione di fondo al +6,3%.
Continua però anche la discesa dei prezzi del “carrello della spesa”, che ad aprile si attestano a circa il +12,1%. e l’inflazione in Italia continua a diminuire. Secondo i dati definitivi del mese di marzo resi noti qualche giorno fa dall’ISTAT, l’inflazione annua è scesa al 7,6% dal 9,1% del mese scorso, ma è comunque in aumento rispetto a marzo 2022 (+6,5% su base annua).
Il calo dell’inflazione si deve principalmente alla diminuzione dei vari prezzi energetici e dei beni regolamentati e non regolamentati. Non si assiste più, infatti, alla stessa crescita sfrenata dei prezzi di cibo e di servizi che ha caratterizzato i mesi scorsi. I prezzi del carrello della spesa rallentano proprio su base tendenziale, scendendo ad oltre +12,6%.
Si tratta di un calo che sembra impercettibile, come fa notare l’Unione Nazionale Consumatori (Unc), ma che in realtà si traduce in una stangata sul carrello della spesa che è pari a 781 euro a famiglia e che arriva a 963 euro per una coppia con un figlio e a 1.062 euro per una coppia con due figli.