Lanciano. Dopo la partenza di diversi elementi della Virtus Lanciano ed il conseguente malcontento della piazza, il presidente ed il vicepresidente del sodalizio rossonero, Valentina e Guglielmo Maio, si sono espressi per chiarire la situazione del club frentano.
“Il Lanciano sta operando un mercato di rifondazione – ha sottolineato Guglielmo Maio – volto alla salvaguardia di un budget di bilancio, come tutte le società di calcio fanno: cessioni e acquisti. Questa è la politica societaria, gente che andrà e gente che verrà. Dopodiché dobbiamo adoperarci affinché la squadra si salvi sul campo perché noi non abbiamo mollato, ci mettiamo passione, soldi, vita, noi non siamo l’agnello sacrificale di nessuno. Teniamo al club che viene prima di ogni singolo giocatore. Se c’è qualcuno di più bravo si fa avanti, ma fin quando ci siamo noi continuiamo a lottare. Ci sono anni in cui le cose vanno bene ed anni in cui le cose vanno male, è lo sport, si vince e si perde. La retrocessione, così come la vittoria, fanno parte del gioco. Noi ci mettiamo la faccia e non permetto a nessuno di sputare sulla mia famiglia a livello personale. La società non fallisce, è sana, ha solo bisogno di un restyling, di una rifondazione. Su questa società non mi sono mai messo in tasca un euro. Tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto per amore della città, per amore di questa squadra, se i giocatori piangono quando vanno via da qua un motivo c’è”.
“Non accetto più riferimenti personali e alla mia famiglia – ha aggiunto Valentina Maio – abbiamo 35 anni ed abbiamo dei figli, s ei nostri figli sapessero leggere tutto quello che ci hanno scritto sarebbe veramente terribile. Si può criticare la società, la squadra, ma non tollero gli attacchi personali e alle nostre famiglie, la dobbiamo finire. Ho parlato personalmente sia con i giocatori che sono andati via che con lo zoccolo duro della squadra, noi abbiamo una carretta da tirare avanti e non abbiamo cacciato nessuno. Tutto quello che hanno detto sono menzogne, in quel momento oltre che dei giocatori avevamo bisogno degli uomini e loro hanno scelto una strada che era migliore per loro, ognuno sa cosa fare della propria vita, anche perché loro hanno delle famiglie e sanno come gestirsi, ma questa società non ha cacciato nessuno. Piccolo è visto come paladino della giustizia, ma è andato allo Spezia perché il Pescara gli ha offerto di meno, quindi è inutile stare a parlare dei colori, della maglia e della tifoseria. Questa società ha investito su Piccolo, abbiamo chiesto un aiuto a questa squadra e molti giocatori hanno fatto le valigie e se ne sono andati. Non abbiamo costretto nessuno ad andare via, gli abbiamo chiesto una mano e se ne sono andati. Come ha detto mio fratello, questa squadra non è fallita, è penultima ma è il calcio, il pallone è rotondo e può succedere di tutto. Non ci dimentichiamo che siamo a sei punti dalla salvezza, bisogna avere fiducia in questa società, chiediamo rispetto”.