lunedì, Novembre 4

A Chieti consegnato il Premio Prisco, giunto alla 14° edizione

Chieti. Tanta gente questa mattina al Teatro Marrucino di Chieti per la consegna del Premio Nazionale “Giuseppe Prisco” e del Premio Speciale di Giornalismo “Nando Martellini”.
Come ogni anno presenti i grandi nomi del calcio e del giornalismo italiano arrivano nel capoluogo teatino per incoronare il dirigente di società, il calciatore, l’allenatore di serie A o B e il giornalista che maggiormente abbiano contribuito, con il loro atteggiamento equilibrato, alla serenità del campionato di calcio, accettando sportivamente la sconfitta e sdrammatizzando gli episodi controversi. La prestigiosa iniziativa è ideata e istituita, sempre a Chieti, dal compianto generale di Corpo d’Armata, nella Riserva, dell’Arma dei Carabinieri Corinto Zocchi. Da sottolineare l’impegno del giornalista Stanislao Liberatore, da sempre uomo di fiducia di Zocchi, amico fraterno dell’avvocato Giuseppe Prisco.
A decidere chi, annualmente, stringerà tra le mani la scultura dedicata alla lealtà, alla correttezza e alla simpatia sportiva realizzata dal Maestro Mimmo Paladino è un’apposita giuria, unica per entrambi i premi, presieduta da Sergio Zavoli e composta da Italo Cucci, Gianni Mura, Gian Paolo Ormezzano, Marco Civoli, Franco Zappacosta, Ilaria D’Amico e coordinata dall’imprenditore Marcello Zaccagnini, presidente del Comitato organizzatore.
In questa edizione, la numero quattordici, sono stati proclamati vincitori il presidente del Cagliari Tommaso Giulini, l’allenatore del Sassuolo Eusebio Di Francesco e l’attaccante del Napoli e della Nazionale italiana Lorenzo Insigne, però assente alla cerimonia di premiazione perché in ritiro con il suo Napoli. Miglior penna dell’anno è stata invece eletta Emanuela Audisio, firma di particolare spessore del quotidiano la Repubblica. Inoltre, per la prima volta nella storia dell’iniziativa intitolata al compianto ex vice presidente dell’Inter, lunedì 18 aprile, con inizio alle ore 11, verrà conferito a Gian Marco Moratti, il “Premio Speciale della Giuria” per i suoi significativi meriti umani, educativi e sociali. La stessa giuria, infine, accogliendo la proposta dell’Ussi – Gruppo Abruzzese Giornalisti Sportivi, ha conferito uno specifico e altrettanto importante riconoscimento al giornalista Rai Ciro Venerato, caposervizio Tgr Abruzzo e prima firma del calciomercato della Domenica Sportiva. Tutti i vincitori hanno garantito la loro presenza così come prevede espressamente la rinnovata formula del regolamento.
Il presidente Tommaso Giulini, a margine della cerimonia di premiazione ha parlato in primis del finale di stagione del suo Cagliari: “Dobbiamo vincere più partite possibili per guadagnare la promozione sul campo, non siamo ancora matematicamente in serie A, mi piacerebbe esserci già a fine aprile, dobbiamo assolutamente affrontare le prossime gare con la stessa determinazione che abbiamo avuto contro il Brescia”.
Sul Pescara: “Sta facendo un’ottima annata, sta facendo molto bene, sono contento che sia in ripresa, ha fatto una bellissima partita contro di noi al Sant’Elia, ha perso immeritatamente, poi ha avuto un momento di crisi, forse si sono sentiti troppo forti dopo aver dominato in casa nostra, ora si stanno sicuramente riprendendo con grandi giocatori e con un grandissimo gioco. Mi auguro che possano competere al meglio durante i play off con le altre squadre”.
Sul nuovo stadio: “Abbiamo appena superato in Comune un iter che vedeva un passaggio politico, adesso abbiamo avuto un’opera di pubblico interesse che ci permette di lavorare su una progettazione definitiva e sulla ricerca di vari partner che sono poi quelli che dovranno affiancarci a 360° per il futuro dello stadio che ci immaginiamo nell’anno del centenario che è nel 2020”.
Su Peppino Prisco: “Per me ricevere questo Premio è una ragione di onore perché per anni lo ho avuto seduto dietro di me in Tribuna a San Siro ed ho potuto capire molto del personaggio, avevo avuto la fortuna di conoscerlo personalmente, quindi per me oggi è veramente una grande emozione ritirare questo Premio intitolato alla sua memoria”.
Ciro Venerato ha esordito parlando di un altro premiato, che però era assente, vale a dire Lorenzo Insigne, sul quale ha detto: “È uno di quei giocatori che mi è rimasto nel cuore per un motivo: quando il Napoli prese Vargas spendendo 12 milioni, dissi che erano stati gettati via 12 milioni per un giocatore che non era degno neanche di portare le valigie ad Insigne. Lo dissi in tempi non sospetti, quella mia frase fu riportata su molti siti perché dissi la mia su una radio napoletana che mi chiedeva in quel periodo su Vargas e fui molto criticato, anche da qualche collega, la storia poi mi ha dato ragione. Quindi diciamo che tutto ciò che fa Insigne mi rende felice perché sono stato l’unico ad elogiarlo e che non avevamo a che fare con un giocatore comune ma con un’ipotesi di fuoriclasse. Il Napoli? Quest’anno era partito per lottare fino all’ultimo per un eventuale terzo posto, con una campagna acquisti assolutamente normale, tranne Allan. De Laurentiis per la Champions non aveva investito tantissimo, si è ritrovato secondo me a lottare ad un certo punto per un qualcosa di troppo importante. Poi vengono fuori i valori perché la Juve stramerita di vincere lo scudetto. Il Napoli secondo me ha buone possibilità di arrivare secondo, a meno che non faccia hara kiri, ha fatto un ottimo campionato e credo che il grande merito sia del signor Sarri che qui in Abruzzo è conosciuto benissimo”.
Sul Premio: “Sono particolarmente contento perché è un Premio importante, Prisco poi io l’ho conosciuto quando facevo l’inviato a Roma e Milano e ricordo che c’era questa simpatia innata perché entrambi siamo vesuviani: la famiglia Prisco è originaria di Torre Annunziata, io sono nato a Torre del Greco, 2 km di distanza e lo vedevo ogni tanto fare il verso al napoletano perché aveva questi comuni natali con il sottoscritto. Questo Premio quindi lo prendo con particolare affetto perché ho avuto l’onore di conoscere gli ultimi anni del suo percorso di vita. Prisco è veramente stato una di quelle persone che ti restano dentro perché era una persona carismatica, brillante ed anche una brava e bella persona”.
Poi Eusebio Di Francesco sul Premio assegnatogli dice: “Devo dire che di Premi ne ho ricevuti altri, ma questo lo accetto veramente molto volentieri. Le critiche ricevute quando allenavo in Abruzzo? Le critiche fanno parte del percorso di ogni uomo, di ogni persona, in ogni ambito lavorativo, poi le critiche fanno sempre crescere, ovviamente se fatte con rispetto ed educazione. Adesso sono su una bella panchina, quella del Sassuolo, in serie A ci sono 20 panchine per 20 allenatori ed io sono uno di questi fortunati, poi ho un contratto che ho intenzione di rispettare con una società che ha grandi ambizioni ed ha un progetto. Più che il blasone mi interessa guardare una società che ha un’idea da portare avanti ed il Sassuolo in questo è una delle prime in Italia”.
Sul Delfino: “Il vero Pescara penso che sia quello che abbia dato spettacolo per lunga parte del campionato, ha delle idee, ha una squadra di giovani molto interessanti, qualcuno lo porterei anche da me, davanti hanno dei giocatori che stanno facendo un campionato straordinario, Lapadula ha dei numeri da giocatore vero, Caprari per me è cresciuto tantissimo viste le prestazioni e la presenza in campo, questi penso che siano due giocatori importanti”.
Su Peppino Prisco: “Ricordo che nelle trasmissioni televisive era la persona che tirava fuori il sorriso a tutti, era una bella persona ed un bell’esempio di calcio per me e per il nostro ambiente. Non è giusto fare catastrofismi quando si perde una partita, l’allenatore ha il compito di guardare la prestazione e gli atteggiamenti dei calciatori, quando ci sono questi due elementi si può vincere o si può perdere ma si può andare lontano”.
Sulle offerte ricevute dai grandi club: “Tutto questo fa piacere, ma nella contentezza penso che il Sassuolo si sia mosso nella maniera giusta nei miei confronti. Se rimango? È probabile ma non è certo”.
Sulla sua esperienza a Lanciano: “È stato un campionato in cui sono stato esonerato quando erano già salvi, ho mantenuto dei buoni rapporti con la famiglia Maio, mio figlio ha fatto una scelta senza avere preclusioni nei confronti di una società verso la quale io avrei potuto avere dei rancori, rancori che non ho”.
Infine: “Al Lanciano auguro che non tolgano altri punti, sono stati sempre molto bravi a far ricredere un po’ tutti, si pensava che fosse una vittima predestinata, il fatto che sta lottando dimostra che ha trovato dei valori con dei giovani veramente interessanti. Federico? È molto bravo in zona gol, lui rispetto a me ha qualcosa in più a livello tecnico ed è più attaccante rispetto alle mie caratteristiche”.