Un turacciolo di sughero nel tegame di legumi: un elemento radicato nella cultura gastronomica di diverse zone, anche italiane. Secondo svariate indicazioni, questo può essere un valido metodo per aiutarci a comprendere alcune fasi della preparazione, ma anche inerenti alla cottura, che risulterebbe migliore o agevolata in tal modo. Come possono “convivere” un turacciolo di sughero e i legumi?
Indagheremo questo specifico aspetto analizzando tutti i dati storici a noi giunti, ma anche svelando le varie narrazioni popolari tra il turacciolo delle bottiglie classico realizzato in sughero, i legumi ma anche altri elementi della cucina.
Scopriremo quindi quale nesso esiste tra tutte queste tipologie di elementi.
Le qualità del sughero
Il sughero è una parte delle cortecce e del tronco di molti alberi, da sempre ampiamente utilizzato in quanto costituisce la parte più esterna del tronco di diverse piante, rappresentando uno strato della “pelle”, parte della corteccia. Dalla consistenza generalmente morbida e porosa, consente di assorbire diversi elementi, come anche liquidi, oltre a fonti di energia come i rumori.
Trova largo impiego nel settore dei turaccioli, essendo sufficientemente flessibile ed elastico, ma anche resistente alla pressione, persino dopo molti anni; inoltre, è considerato facilmente riciclabile. L’usanza dei turaccioli di sughero nelle pentole si riferisce a quella dei legumi durante la preparazione, così come anche quella del polpo e della seppia.
È efficace?
Nei legumi, la presenza di un turacciolo di sughero che “sprofonda” nei legumi indicherebbe, in teoria, il momento preciso in cui è opportuno togliere i legumi dal fuoco, mentre un’altra credenza popolare li vede ancora protagonisti nella preparazione di seppie e polpi, ossia qualsiasi tipo di animale che presenta i tentacoli tradizionalmente riconosciuti.
- Secondo le teorie, unite a miti e usanze, un turacciolo di sughero servirebbe a rendere la carne di questi animali più tenera
- In realtà non è esattamente così, in quanto il sughero è essenzialmente un materiale inerte che non rilascia alcuna proprietà
La questione legata al polpo si riferisce ai tempi in cui i pescatori fornivano questi animali per la preparazione di pietanze, vendute all’aperto. I turaccioli di sughero venivano di fatto legati ai rispettivi polpi scelti dai clienti, così da avere una funzione di “indicatore”, in quanto il sughero, come è noto, essendo “cavo” all’interno, riesce a galleggiare.
Da qui l’usanza, ma non ha alcuna validità “nutrizionale” e non è in grado di modificare la consistenza del prodotto. Così come non è un valore reale per capire la preparazione dei legumi in pentola, perché sostanzialmente questo tende a restare a galla anche dopo molti minuti di preparazione. Una serie di racconti popolari che si intrecciano tra loro.